Gli Allievi di Accademia Artisti hanno sostenuto in webinar un incontro con Rocco Papaleo:
“Senza studiare non andrete da nessuna parte!”
Attore, regista, sceneggiatore e showman italiano: Rocco Papaleo, all’anagrafe Antonio Rocco Papaleo, non è solo questo ma anche tanto altro. Nato il 16 agosto 1958 a Lauria in Basilicata, si trasferisce subito dopo il diploma a Roma per studiare matematica all’università. Il percorso di studi intrapreso non è prettamente artistico tant’è che proprio agli allievi di Accademia Artisti svela come sia un po’ tutto nato per caso:
“La mia storia non parte da una vocazione conscia, quando ero ragazzo, non pensavo minimamente di fare l’attore. Io suonavo la chitarra da ragazzino e scribacchiavo canzoni senza velleità particolari. A Roma, mentre facevo l’università, una mia amica mi iscrisse a una scuola di recitazione perché aveva intravisto in me qualcosa che nemmeno io scorgevo”.
Grazie a questa scuola di recitazione inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo, incontrando personaggi importanti come l’attore Rodolfo Laganà. La prima prova attoriale di Papaleo risale al 1985 quando debutta a teatro nello spettacolo “Sussurri Rapidi” di Salvatore di Mattia, mentre nel 1988 debutta in prima serata su Canale 5 come comico esordiente con il varietà “Ewiva”. La sua fama in televisione si consolida grazie al ruolo di Rocco Melloni nella serie “Classe di Ferro”, in onda dal 1989 al 1991 su Italia Uno, per la quale scrisse anche la sceneggiatura di alcune puntate, e “Quelli della Speciale” in onda sempre su Italia Uno ma nel 1993, dirette entrambe da Bruno Corbucci. Il suo debutto cinematografico avviene nel 1989 all’interno della pellicola “Il Male Oscuro” di Mario Monicelli, nella quale, come racconta agli studenti, aveva un’unica battuta:
“La prima volta che sono entrato in un set è stato con Mario Monicelli. Io dicevo una sola battuta fuoricampo da un androne di un palazzo, con la scena che si svolgeva all’interno di un appartamento. A me sembrava di essere arrivato”.
La carriera cinematografica continua con “Senza Pelle” di Alessandro D’Alatri nel 1994, “I Laureati” di Leonardo Pieraccioni e “Ferie D’Agosto” di Paolo Virzì nel 1995.
Nel 1997 interpreta il suo primo grande ruolo da protagonista nel cortometraggio “Senza Parole” di Antonello De Leo, candidato all’Oscar e vincitore del premio David Di Donatello. Nel 1998 è tra i protagonisti di “Del Perduto Amore” di Michele Placido e “La Bomba” di Giulio Base.
In questi anni, tra Rocco Papaleo e Leonardo Pieraccioni nasce un’amicizia e un ottimo sodalizio che porterà Rocco ad interpretare vari personaggi comici, amati tutt’ora dal pubblico che lo segue e lo apprezza. Indimenticabile Giandomenico de “Il paradiso all’improvviso” nel 2003 o il prof Anselmi di “Ti amo in tutte le lingue del mondo” senza tralasciare i personaggi interpretati nelle pellicole “Una moglie bellissima” “Io & Marilyn” e “Finalmente la felicità”.
Nel 2011 interpreta il padre di Checco Zalone in “Che bella giornata” di Gennaro Nunziante, fantastico film che ha realizzato il maggior incasso della storia del cinema italiano. Recentemente al cinema Rocco Papaleo è stato uno dei protagonisti di “Pinocchio”, in cui ha interpretato magistralmente Il Gatto, in coppia con Massimo Ceccherini nei panni della Volpe.
Alla domanda di uno degli studenti sui tanti ruoli comici in cui si è immedesimato, facendo innamorare il pubblico, Rocco Papaleo ha voluto raccontare ciò che pensa:
“Ogni attore è contemporaneamente ciò che sta facendo in quel momento e anche tutto quello che ha già fatto. Chi ti guarda ha bisogno di conferme […] Hai bisogno che il pubblico si distacchi da quello a cui è abituato a vedere da te per accettarti in un altro ruolo. Cercate di non ingabbiarvi in una figura specifica”.
Non solo Cinema, teatro e serie Tv, per il nostro ospite anche tanto successo televisivo coronato nel 2012 con la partecipazione al 62° Festival di Sanremo, a fianco di Gianni Morandi.
L’attore, salutando dopo l’interessante lezione gli studenti di Accademia Artisti, ha voluto dispensare loro alcuni consigli finali:
“Devo tutto alla scuola di recitazione che ho frequentato durante l’università; senza quella scuola non sarebbe successo niente per tante ragioni. La scuola si muove su due binari: formazione e opportunità che ti permette di avere. Non abbattetevi mai, che il nostro è un lavoro che da un giorno all’altro cambia, uno aspetta aspetta aspetta, e poi arriva quel giorno in cui tutto cambia. Questa è la cosa positiva, la cosa negativa è che tutto questo possa non accadere, quindi tenetevi sempre pronto un piano B”.
Nell’attesa di riaverlo come ospite, non vediamo l’ora che arrivi il 2021 in cui sarà protagonista di “Si Vive una Volta Sola” di Carlo Verdone.
Giuseppe Calabrese per Accademia Artisti